martedì 10 novembre 2015

Pedalare in mezzo a queste meraviglie!!!

 A pochi chilometri da quel confine antico tra collina e pianura che è la Via Emilia, l'Appennino Faentino offre una cornice naturale rara e un patrimonio incredibilmente vario di fauna, flora ed affioramenti geologici.
Collocata al centro delle "Terre di Faenza", a cavallo delle vallate del Lamone, del Senio e del Santerno, Parco Regionale della Vena dei Gessi Romagnola si presenta come una vera e propria catena montuosa di bassa quota costituita da un susseguirsi di scoscese rupi gessose. Queste particolari rocce, col trascorrere del tempo, hanno subito l'azione modellatrice dell'acqua originando innumerevoli fenomeni carsici, tra i quali quasi duecento grotte: di queste la Tana del Re Tiberio - presso Borgo Rivola - e la Grotta Tanaccia - non lontana da Brisighella - sono forse le più importanti, anche per essere state frequentate fin dall'epoca preistorica. La Vena del Gesso ospita inoltre una flora particolarmente diversificata - che annovera anche la rarissima Falcetta persiana - e una ricca fauna nella quale spicca la presenza del Gufo reale, dell'Istrice e di numerose specie di pipistrelli.


Il Parco Carnè, situato nei Gessi brisighellesi, rappresenta uno degli angoli più suggestivi della Vena del Gesso e dell'intero Appennino Faentino: tale area tutelata risulta tra l'altro particolarmente vocata alla divulgazione naturalistica, attività promossa soprattutto da associazioni e cooperative, quali Pangea o Atlantide, che propongono escursioni, soggiorni e corsi a sfondo naturalistico e culturale. La fascia compresa tra i Gessi e la pianura dispiega poi il suggestivo paesaggio dei calanchi romagnoli, creati dall'erosione meteorica di rocce argillose che la gente di qui chiamava "terra da far brocche".

Una eccellenza particolare del territorio è legata alla cultura, passione ed amore per le erbe. A Casola Valsenio, comune che oggi si fregia del titolo di "paese delle erbe e dei frutti dimenticati", una solida ed antica attività economica e culturale sorta attorno alle piante officinali ha favorito la nascita del Giardino delle Erbe, la realizzazione della Strada della Lavanda, appuntamenti classici come il Mercatino serale estivo, Erbeinfiore e la Festa dei Frutti Dimenticati ed una cucina che si è rinnovata, proponendo, grazie all'uso delle erbe aromatiche, piatti leggeri, gradevoli e salutari che seguendo il passo delle stagioni, riavvicinano l'uomo alla natura.


Non è da meno il ruolo attivo delle istituzioni: il Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza, incorniciato da un Giardino Botanico, ospita interessanti raccolte di fossili e di animali imbalsamati provenienti dal territorio faentino. Una menzione speciale merita infine il Progetto Life Ambiente TORRE il quale, attraverso finanziamenti privati, pubblici e il contributo dell'Unione Europea, ha consentito il recupero di una cava abbandonata nella zona di Oriolo dei Fichi riqualificandola ad oasi attrezzata per l'osservazione di rare specie di uccelli, tra cui il variopinto Gruccione.

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